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Che cos’è la resilienza? E come possiamo svilupparla?

Un metodo pratico per farlo

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di Saida Nicolini           www.saidanicolini.it                           aggiornato il 31 marzo 2020 

Se dovessi distillare un pensiero, uno solo, che incarna il mio vissuto, è che per sopravvivere l’essenziale è essere resilienti, e nessuno può farlo al nostro posto”.                                                                                                                  Ilaria Capua, scienziata

 

 

Per resilienza si intende la capacità di affrontare e  superare le avversità uscendone rafforzati o, addirittura, trasformati. Mantenere alta la motivazione verso gli obiettivi prefissati anche di fronte agli ostacoli, agli innumerevoli “no” ricevuti, alle sconfitte, ai fallimenti.

 

Possiamo immaginarla come la  capacità di risalire sulla barca capovolta dalla onde del mare.

Quali sono le caratteristiche che distinguono le persone resilienti?

 

Primeggiano, tra le varie capacità, il coltivare la speranza e l’assumersi la piena responsabilità nel farlo.

 

Speranza intesa innanzitutto come la capacità di pensare che gli eventi negativi hanno  un termine, una fine.

 

E poi il dirsi  “troverò una soluzione”, “andrà tutto bene”, permette di vivere con uno stato d’animo di maggior benessere psicofisico e aiuta ad attingere alle proprie risorse interne per individuare le soluzioni.

 

 

Le persone resilienti percepiscono un ampio margine di intervento sulla propria vita o sull’ambiente circostante.

Tendono a pensare che determinati eventi sono gestibili, controllabili in un certo qual modo e quindi indirizzabili attraverso le loro azioni, l’impegno personale, il proprio ruolo attivo.

Questo alimenta la capacità di progettare e di volgere lo sguardo al futuro, in maniera ottimistica, propositiva, attiva.

 

Alla base c’è  la consapevolezza che il nostro comportamento e le nostre azioni e reazioni di fronte agli eventi negativi non dipendono dagli eventi in sé, ma da come noi li interpretiamo.

 

Questo è uno degli elementi centrali si cui si fondano sia  il coaching ontologico sia la crescita personale in senso più ampio.

 

Chi è resiliente si sforza perciò di trovare chiavi interpretative del problema che gli permettano di trasformarlo in una sfida.

 

Pur analizzando lucidamente la situazione, cerca le opportunità insite nelle minacce.

 

Cerca stimoli positivi nel cambiamento a cui la sfida lo costringe, ne trae nutrimento per la propria motivazione, lo utilizza per far nascere un progetto,  per crescere, imparare, fortificarsi, per trasformarsi come persona.

 

                                                              

Alex Zanardi, esempio assoluto di resilienza, ci insegna:

 

“ Invece di pensare a ciò che non puoi fare a causa di quello che non hai,

Pensa a ciò che puoi fare grazie a quello che hai”

 

 

Come  puoi trasformare il problema in una sfida?

 

Parti con lo scegliere un problema su cui vuoi allenare la tua resilienza.

E poi rispondi a queste tre domande, con calma, con profondità, riflettendo con attenzione, prendendoti tutto il tempo necessario per farlo.

 

 

1. Che cosa potrebbe esserci di buono in questo problema che non stai vedendo?
2. Come potresti trasformare questo problema in una sfida per il futuro?

3. Quali impegni intendi prendere, fin da subito, per trasformarla in un progetto concreto?

 

Saida Nicolini

 

Photo by Karim MANJRA on Unsplash

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