di Saida Nicolini – www.saidanicolini.it aggiornato il 26 Marzo 2020 – Crescita personale
“Tutti dicono che il ricordo dei benefici non solo è la più grande virtù ma è anche la madre di tutte le altre virtù” Cicerone
La gratitudine è una disposizione d’animo che comporta un sentimento intimo cordiale, di affetto e di riconoscenza.
Possiamo considerare la gratitudine un sentimento che migliora l’umore e riduce la paura, la rabbia, il dolore.
Ci aiuta a condizionare il nostro stato d’animo perché ci consente di spostare il
focus della nostra attenzione su alcuni aspetti positivi della nostra vita e a
connetterci emozionalmente con essi.
La parola grazie ha quindi un grande potere generativo.
Coltivare la gratitudine, scegliere di farlo come atto volontario, presuppone implicitamente la decisione di assumerci la responsabilità di andare ad agire sul nostro stato d’animo, di contribuire con le nostre azioni al perseguimento della felicità.
Il sentimento della gratitudine è qualcosa che possiamo sviluppare, rafforzare e coltivare con tenace costanza.
Nutrirlo ci permette di creare una condizione favorevole per affrontare i problemi che ci attanagliano, ciò che non funziona e che vorremmo modificare, con maggiore lucidità, disposizione, apertura.
Ci consente di allontanarci emotivamente dal problema, facilita la ricerca degli aspetti positivi che stavano sfuggendo ai nostri occhi perché avevamo concentrato lo sguardo unicamente sugli aspetti negativi della situazione. Questo non significa perdere la consapevolezza di ciò che non sta funzionando, di ciò che ci ostacola e che vorremmo cambiare.
Proprio perché riusciamo a vedere questi aspetti con maggiore distacco, riusciamo anche ad attivarci meglio per cercare e poi valutare le soluzioni.
Riusciamo ad immergerci nel sentimento di gratitudine solo se lo facciamo con il cuore, andando oltre la componente cognitiva.
Possiamo nutrire gratitudine rispetto a tre dimensioni: verso gli altri, verso noi stessi o più ampiamente verso la vita.
Grazie verso gli altri
Nutrire il sentimento della gratitudine vuol dire pensare alle persone felici che conosciamo e con cui ci piace stare in compagnia, ricordare quell’azione di aiuto di cui abbiamo beneficiato, quel piacere ricevuto inaspettatamente che ci ha sorpreso.
Possiamo dire intimamente grazie a quei leader che abbiamo incontrato e che ci hanno reso persone migliori. Possono appartenere all’ambito affettivo, sociale, ricreativo, sportivo, scolastico, lavorativo. Magari li abbiamo frequentati per una stagione soltanto o per diversi anni. Oppure sono ancora lì con noi ad illuminarci e sostenerci, come il vento che soffia alle nostre spalle.
Grazie verso noi stessi
Anche noi stessi dovremmo beneficiare della nostra gratitudine. Per ciò che abbiamo fatto sin qui, per ciò che siamo diventati, per un piccolo gesto di gentilezza che abbiamo compiuto, per una paura che abbiamo superato, per un obiettivo raggiunto, per una nuova abitudine acquisita, per un “no” che abbiamo pronunciato e che ci ha sollevato, per quell’aspetto del nostro lavoro o della nostra casa che ci piace particolarmente.
Grazie verso la vita
Possiamo celebrare anche piccole cose come la giornata di sole che ci attende e che abbiamo intravisto dalle fessure della persiana o il ricordo del tramonto struggente a cui abbiamo assistito la sera precedente. Provare gratitudine verso la vita, anche per il solo fatto di essere vivi, concilia con il passato, il presente e il futuro. Niente appare scontato e per tutto possiamo diventare riconoscenti
Pillole di coaching: come utilizzare il potere della gratitudine?
Quando farlo?
Ogni mattina creati una routine che ti permetta di farla emergere.
Fallo possibilmente come prima attività al risveglio, prima di immergerti nelle azioni che ti attendono. Bastano davvero pochi secondi.
Pensi di non avere il tempo per farlo?
Pensare di non avere tempo è una scusa che ci creiamo, un alibi dietro il quale nascondiamo le nostre vere priorità.
Sta a te decidere di inserire questo fitness emozionale nella tua routine dedicandogli appena 30 secondi. Possono bastare.
Dove farlo?
In maniera molto agile, su di un blocknote che terrai sul comodino insieme ad una penna. Ma può andar bene anche utilizzare le note del proprio smartphone.
In entrambi i casi ci sarà una nota che chiamerai Diario della gratitudine pronta a crescere, ad ampliarsi giorno dopo giorno e a diventare un corposo insieme di di personali riflessioni.
Che cosa fare, dunque?
Scrivi 3 aspetti che intendi celebrare in quel momento, puoi orientarti pensando alle 3 direttrici indicate: te stesso, gli altri, la vita.
Perché scriverle?
Scriverle, e non semplicemente pensarle, le ferma, le rende maggiormente durature. Trasforma qualcosa di transitorio in stabile, profondo, chiaro.
Mentre le scrivi, entra in connessione emotiva con le stesse, fatti avvolgere dalla sensazioni positive, percepiscile, immergiti nelle sensazioni che ne scaturiscono. E poi falle crescere ed espandere.
Buon allenamento quotidiano della gratitudine!
…grazie,
Saida Nicolini
Photo by Gabrielle Henderson on Unsplash
Bibliografia essenziale:
Paul Watzlawick, GiorgioNardone, Terapia breve strategica, Raffaello Cortina EditoreDaniel Goleman, Intelligenza emotiva, Bur Editori
Rafael Echeverria, Ontologia del Lenguaje, J C Saez Editor
Robert A. Emmons, Thanks!: How Practicing Gratitude Can Make You Happier
Valentina D’Urso, Rosanna Trentin, Introduzione alla psicologia delle emozioni, Editori Laterza
Laura Boella, Sentire l’altro, Conoscere e pratica l’empatia, Raffaello Cortina Editore
Dalai Lama, Daniel Goleman, Emozioni Distruttive, Oscar Mondadori